[5 min lettura]
Babbo Natale lo conosceva da anni e sapeva che Mattia avrebbe acceso il camino la sera del 24 dicembre. E che avrebbe messo su una compilation con le canzoni natalizie: avrebbe canticchiato stonato Silent night, White Christmas e Jingle bells e avrebbe anche cotto le patate al forno, tutto da solo.
Mattia viveva di cibo da asporto quando era single o di cibo preparato da lei, quando c’era una lei. Però la sera della Vigilia si stappava una bottiglia di Ferrari e faceva quanto di più simile a cucinare potesse. Pelava le patate e le metteva a cubetti in forno, poi apriva la confezione di salmone affumicato e adagiava le fettine sul pane abbrustolito con il grill del microonde. Niente burro: inutile passare un’ora in palestra tutte le mattine prima dell’ufficio, se poi butti il burro sulle tartine.
Per quando le patate erano dorate, la bottiglia di Ferrari era finita. La compilation di Natale era ricominciata da capo per la terza volta e lei, quando c’era, era sul divano annoiata e indispettita perché Mattia, per quello sforzo di sbucciare quattro patate, era diventato ingestibile. Più beveva e più diventava maldestro e più diventava maldestro e più diventava antipatico perché gli cadevano le posate, si scottava col forno e dimenticava di mettere il timer.
Per quando le patate erano abbrustolite, Mattia aveva stappato una bottiglia di Rosso Conero perché “pesce o non pesce, bere il bianco è da donnine” ed era così imbestialito che, davanti al fuoco acceso, lo scoppiettio della legna di faggio era coperto dai suoi improperi brontolati e dai cazzotti scagliati sul tavolo.
Arrivati alla versione di Silent Night di Mariah Carey, le strofe erano intervallate a vere e proprie imprecazioni, rivolte con grida rauche a tutti i protagonisti della canzone.
Silent night, holy night
All is calm, all is bright
'Round yon virgin mother and child
A quel punto di solito la donna del divano non era più infastidita, ma aveva stretto le braccia intorno al corpo e lanciava occhiate al portone d’ingresso, respirava piano per non attirare l’attenzione. Aveva paura che qualsiasi parola dicesse per calmarlo si sarebbe trasformata in uno scatto d’ira nei suoi confronti. Non sarebbe stata la prima volta: la Vigilia di Natale non era mai arrivato al punto di essere violento, ma altre sere purtroppo sì, e anche altre mattine o altri pomeriggi.
Babbo Natale aveva visto quella scena ripetersi e ripetersi negli ultimi cinque Natali e ogni volta aveva sperato che andasse diversamente. Alle nove di sera del 24 dicembre 2024, non si stupì di vederlo sbraitare da solo con la bottiglia di rosso ormai quasi vuota, ma fu sollevato di vedere che non c’era nessuna donna sul divano.
Con fatica, Babbo Natale aveva trascinato con sé una scala pieghevole che aprì e appoggiò al muro esterno della casa, in corrispondenza del salotto. Salì i primi gradini sbilanciato dal pesante sacco di iuta che aveva sulle spalle. Babbo Natale non era mai stato un tipo spigliato e il vestito rosso di velcro che gli grattava il collo e l’imbottitura della pancia troppo prominente lo rendevano ancora più goffo. Il vento umido gli faceva sbatacchiare la barba finta contro le guance arrossate di freddo e sentiva le mani irrigidite. Per fortuna era l’unica casa che dovesse visitare quella notte.
Ciao! Oggi siamo nel mezzo di una storia natalizia, ma se vuoi immergerti in viaggi passati li trovi qui: Egitto, Colombia, Ladakh, Mongolia e le prime due dall’Armenia
Quando si trovò all’altezza della finestra, Babbo Natale si sporse a guardare dentro: Mattia era seduto scomposto sul divano, la faccia inebetita dal caldo, dal cibo e dall’alcol. Il vassoio di patate al forno vuoto, vuoto il piatto con le bruschette al salmone e vuota la bottiglia di Rosso Conero. In mano aveva una bottiglia di Whisky. L’uomo ingoiò un sorso direttamente dal collo della bottiglia, nel farlo sollevò il viso in direzione della finestra: non notò il cappuccio rosso e la parrucca bianca riccia che si ritiravano di scatto.
Babbo Natale si sporse di nuovo e vide Mattia allungarsi sul divano, davanti al fuoco vivo, e socchiudere gli occhi beato: stava già dormendo.
Jingle bell, jingle bell, jingle bell rock
Jingle bells swing and jingle bells ring
Snowin' and blowin' up bushels of fun
Now the jingle hop has begun
Sul tavolinetto accanto al divano in pelle, Babbo Natale notò una foto in una cornice: la rossa con cui Mattia aveva vissuto gli ultimi anni. Il rosso mogano deciso dei capelli di lei, con lunghe onde che le arrivavano alla vita, risplendeva anche in foto. Babbo Natale sollevò un sopracciglio: Mattia quella donna l’aveva umiliata, tradita, a volte picchiata e - ora che lei se ne era andata - continuava a minacciarla. Lei era stata innamorata e lui l’aveva distrutta, eppure ne teneva la foto in salotto.
Babbo Natale scosse la testa e raggiunse il tetto con cautela. Tenendosi carponi per non perdere l’equilibrio a causa del vento si avvicinò alla canna fumaria. Accucciato, con la fuliggine che gli bruciava il naso, aprì il sacco di iuta e tirò fuori una bottiglia d’acqua, un’insalatiera, una rete metallica, una spatola e un sacchetto. Sul sacchetto di plastica c’era scritto “cemento istantaneo”.
La rete metallica era pretagliata in un foglio 50x50 e aveva fori minuscoli come una zanzariera, Babbo Natale la incastrò in cima alla canna fumaria premendo forte. Poi versò la polvere grigia di cemento istantaneo nell’insalatiera verde, starnutì e aggiunse un po’ alla volta acqua dalla bottiglia. Mescolò rapidamente con la spatola. “Fino a quando raggiunge la consistenza dello yogurt” avevano spiegato al Le Roy Merlin. Stese il cemento lungo il perimetro della rete dove si incastrava nella canna fumaria, coprì ogni fessura tra la rete e il camino stupito della sua stessa precisione e velocità, nonostante le mani tremanti.
Il cemento iniziò a indurirsi. Dalla rete metallica passava ancora parte del fumo, così che Mattia – nel caso fosse stato ancora lucido - non si sarebbe allarmato subito. Babbo Natale osservò il cemento irrigidirsi e spalmò una barriera compatta ad attappare tutti i buchini: spalmava soddisfatto avanti e indietro, pregustando il momento successivo come fosse nutella. Senza sentire più né freddo, né vento, né ansia allo stomaco, diede uno sguardo grato al camino sigillato, poi raccolse gli attrezzi e iniziò a scendere dalla scala.
Passando accanto alla finestra lanciò un’occhiata soddisfatta all’uomo addormentato steso sul divano. La stanza iniziava ad appannarsi per via del fumo. E iniziava ad avvelenarsi: per il monossido di carbonio. La musica squillante passava ancora attraverso il vetro e Babbo Natale iniziò a canticchiare.
Si tolse il cappuccio, la barba e la parrucca finte: una massa di capelli mossi rosso mogano caddero giù a onde, lunghi fino alla vita.
Dalla casa accanto scorse un’ombra: una bimbetta mora, con gli occhioni appiccicati alla finestra incorniciata da lucine colorate, la osservava.
La bimbetta incuriosita vide un Babbo Natale donna sorridente che sollevava l’indice destro davanti a bocca e naso per farle segno di mantenere il segreto e poi si allontanava cantando:
È Natale e a Natale si può fare di più,
è Natale e a Natale si può amare di più,
è Natale e da Natale puoi fidarti di più.
Gaia
PS: Buon Natale e, mi raccomando, occhio alla pulizia della canna fumaria :)
❤️ Ti è piaciuta la storia natalizia? Regalami un cuoricino se hai letto.
✈️ I racconti del mercoledì andranno in pausa: a fine anno partirò per un viaggetto e per raccogliere nuove storie. Ci ritroviamo a metà Gennaio!
✉️ Ti piace quello che scrivo? Condividi, metti mi piace o lasciami un commento. Mi aiuterai a raggiungere più persone:
☕ Ci vuole caffeina per scrivere:
✍️ Sei iscritto?
Ahah super carina, per fortuna a casa non abbiamo il camino 😂😂😂
Interessante storia. Colma di tristezza, ma interessante. Sempr ben scritta. Tanti auguri di buon fine anno, Gaia e di buon inizio 2025 (anno in ci spero che leggerai il mio libro "Buenos Aires!"). Forse, leggendolo, ti verrà voglia di andare in Argentina. Non nella solita banale Patagonia, ma nel'intrigante stimolante, frenetica, melodiosa Buenos Aires, oppure a Rosario (patria di Lucio Fontana, quello dei tegli nelle tele, lo sai?) dove è nata la bandiera argentina, dstesa come una maia desnuda lungo l'argine dell'immenso fiume Paranà)
P.S _1 Il vestito della babba Natale forse non è di VELTRO, ma d FELTRO
P.S._ Se volessi consigliare il mio libro"Buenos Aires!" a qualche amicu questo è il link (anche in versione e-book per pochi euro: https://store.youcanprint.it/buenos-aires/b/c19ae875-98be-5fcb-89f3-5086b47ac8bd