Lungi da me far la bigotta: col proprio corpo, nudo o vestito, ognuno ci fa proprio quello che vuole. Però porca miseria non capiti mai che a spogliarsi giù nudo davanti a te sia quello almeno parzialmente decente.
Non dico il modello o l’attore di Hollywood, non cerco Brad Pitt da giovane in una spiaggia toscana, però santo cielo le vie di mezzo: anche soltanto avesse una forma. Uomini e donne del tutto sformati dimenano allegri la mercanzia. Fanno benissimo e hanno ragione. Se prendere la brezza fresca laggiù li fa stare meglio e sentire più vivi, mi pare la scelta più giusta del mondo.
Anzi guardate, mi correggo del tutto. Sono così noiosi i corpi rifatti che poi ci inculcano un ideale cretino e in più la bellezza è relativa, quindi fate bene voi - liberi e nudi - mi sa che la mia è soltanto invidia.
Fatto sta che sono arrivata per sbaglio: cammina e cammina lungo la spiaggia, con la mia fissazione di trovare un posto isolato, mi sono ritrovata nella parte nudista.
E ci posso far poco se mi viene da ridere perché la prima impressione è esilarante: con le frotte di corpi appiccicati e scottati, invece che in spiaggia per prendere il sole a me pare di essere entrata in macelleria. Coi tocchi di carne rossa e sanguigna tutti ammassati sul bancone in vetrina a dire scegli me per la cena stasera.
Dal mio asciugamano steso per terra, mi guardo intorno incuriosita dal materiale umano che passa lì accanto e mi godo felice la carrellata.
Il mio preferito è il maschio alfa in piedi a sinistra, beve birra per mantenere la panza gonfia e tirata. Fissa l’orizzonte impettito e orgoglioso del pelo che lo ricopre da cima a fondo. Parla con tutte e forse anche con me, però non capisco che stia dicendo e me ne guardo bene dal chiederlo meglio. Alla fine del suo bel discorso, tira un rutto potente e rivolto davanti. Diretto lì dove cielo e mare si infrangono e si intravede un pezzo di terra brumoso che deve essere l’isola del Giglio: tanta bellezza deve averlo ispirato.
La signora lì accanto però non disdegna, lui se ne accorge e inizia a parlarle. La pancia nera di pelo irsuto rivolta a lei completamente. Io non capisco che le racconta, ma deve far colpo perché lei scoppia a ridere tutta allietata. Finisce pure che accetta una birra e subito dopo dalla borsa frigo tira fuori una teglia di pasta al forno. È una signora di mezza età e l’acconciatura - sia sopra che sotto - è quella tipica degli anni Settanta. Lo sguardo spento di chi ne ha vissute un po’ troppe. Sono entusiasta dell’accoppiata, lui la fa ridere ed è quello che conta. Per aver portato tutto quel cibo, lei sperava sicuro di conoscer qualcuno.
Lì ha trovato un cafone bigonzo, però se si illumina nella chiacchierata è lui quello giusto, io me lo sento, e tifo per loro dal primo momento.
Ciao! Grazie di essere qui per un racconto local… Se ti sei perso qualche viaggio passato, qui trovi l’ultimissimo racconto Pechinese, quelli dall’Egitto, dall’Himalaya e i primi della foresta amazzonica!
Poi ci sono marito e moglie sulla sessantina che invece non mi piacciono, ma nemmeno un po’: rumorosi e irrispettosi, entrano sempre nel mio spazio vitale. Lei da seduta urla comandi, perché stanno cercando di costruire una tenda.
“Giorgioooooo, prendi quel bastone lì che ci serve”.
È accanto a me, strilla fortissimo, agitando tette imponenti e infastidite dall’incapacità del compagno di sempre. Lui non ci sente, le urla a sua volta, lei lo insulta in maniera copiosa, insopportabile e con voce stridente, ma capisco solo io che sono nel mezzo. Alla fine, lui afferra un pietrone che poi era quello dove io volevo sedermi. Però non mi pare il caso di dirgli nulla perché, mentre cammina accartocciato dal peso, mi cade l’occhio dove non volevo e mi accorgo che attaccato ha un catetere e che è anche pieno. E quindi rispetto per te, signore ingobbito, che pure in quelle estreme condizioni sopporti una moglie che ti rompe tanto i maroni.
All’ombra di un cespuglio spinoso c’è una coppia più giovane e il lui della coppia è proprio entusiasta di avere accanto la fidanzata. O forse è l’amica o la lei del momento, ma insomma ne è elettrizzato. Io avrei preferito non doverlo sapere e mi sarei evitata di vederne la prova, però pazienza - ormai è tardi - e passo avanti contenta per loro.
Sei iscritto? Sennò mi pare un ottimo momento. Ah, è sempre un ottimo momento per inoltrare il racconto a un amico!
C’è un gruppo di amici a gambe incrociate che mangia beato insieme l’anguria, anche a me ne andrebbe una fetta e quasi quasi ho l’acquolina. Poi però iniziano a sputare i semi, puntano tutti alla stessa ragazza che ride sguaiata e scappa via in mare dimenando il sedere. Mah, strana roba, mi è passata la voglia, che originale questo rituale nudista.
Poi ci sono i miei preferiti: quelli vestiti a pezzi. Perché il pezzo che scelgono è sempre quello più strano. Solo il marsupio, solo il cappello, solo i sandali da scoglio o, meglio ancora, soltanto pinne e boccaglio.
Comunque, per me è stata una giornata pensante, vi immaginate che fatica e incombenza a dover star dietro a tutte queste dinamiche. Un via vai di gente interessante che non mi ha fatto neanche poltrire.
E lo so che non me l’ha ordinato il dottore, però come fai una volta che ce le hai davanti a lasciarti scappare così tante storie. E visto che non posso farle fuggire, però con la gente nuda non vi voglio ammorbare, dobbiamo correre ai ripari per il futuro. La decisione è ardua, ma ormai è presa e per iscritto ora mi impegno: la prossima volta cammino di meno e in spiaggia, promesso, mi fermo più presto.
Gaia
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Nudi mostriamo tutta la nostra miseria! Sei bravissima nell'analisi della povertà umana!
Divertente, ma purtroppo vero. In ammmerica mi hanno raccontato pure di party bar nudisti: dei miei amici ad un party sono saliti al primo piano, invitati, ed hanno trovato vecchi e milfone che ingurgitavano drink.